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Cultura
In un mondo culturale sempre più veloce e frammentato, il Florence Dance Festival desidera aprire uno spazio di riflessione e approfondimento dedicato ai giovani.
Grazie al progetto "Accendi la cultura" di Unicoop Firenze, nasce Twilight Critics, un progetto pensato per coinvolgere attivamente ragazze e ragazzi under 30 nella narrazione e nella critica della danza contemporanea.
In occasione della serata del Festival dedicata agli spettacoli selezionati, i partecipanti saranno invitati ad assistere alle performance e a raccontarle attraverso il proprio sguardo, in una forma personale, accessibile e originale.
L'obiettivo è creare uno spazio di osservazione, confronto e restituzione, dove la danza diventa occasione di crescita, partecipazione e dialogo tra artisti e pubblico.
Durante la giornata dedicata a Twilight, i partecipanti potranno incontrare i direttori artistici del Festival Keith Ferrone e Marga Nativo, oltre che agli artisti selezionati.
Durante la serata dedicata agli spettacoli, i giovani critici assisteranno agli eventi come spettatori attenti, raccogliendo impressioni e suggestioni personali.
In seguito saranno invitati a scrivere un testo originale che può assumere la forma di una recensione, un articolo, un racconto o una riflessione.
Questi contenuti verranno pubblicati sui canali ufficiali del Florence Dance Festival e di Unicoop Firenze, condivisi con il pubblico e con gli artisti coinvolti, in un'ottica di circolazione e dialogo.
Cultura
Cultura
Grazie a Unicoop Firenze e Produzione Festival Internazionale Teatro Romano Volterra –un evento unico e gratuito.
Un piccolo “Musicall” letterario sul tema del viaggio, alla ricerca di un’isola di fantasia.
Uno spettacolo di grande attualità in cui si alternano momenti di lirismo, grande ironia e crudele comicità Viaggiare non è soltanto arrivare in un determinato luogo, ma partire, fermarsi, tornare indietro, fare e disfare le valige, annotare frettolosamente sul taccuino il paesaggio che, mentre lo si attraversa fugge, si frammenta, si ricompone come in una sequenza cinematografica, con stacchi e dissolvenze. Il senso vero del viaggio è nel suo percorso.
Cultura
Dopo 7 anni di stop, i Gatti Mézzi salgono sul palco un’ultima volta, in occasione dei vent’anni dalla fondazione del progetto.
Occasione imperdibile per lasciarsi inebriare ancora una volta da quel cantautorato irriverente e colto che è da sempre la cifra stilistica dei Gatti Mézzi, un sound su cui galleggiano personaggi e leggende di una Toscana d’antan.
“Dopo tanto silenzio – è passato der tempo bimbi, si va guasi per i cinquanta - rimangono forti certe canzoni e l'idea di bellezza nell'accorgersi di volerle suonare ancora una volta.
Certe canzoni che son come figlioli cresciuti, sopravvissuti ad uno strano tempo che spesso schiaccia e inzacchera le cose belle, figlioli a cui vorresti regalare un bel momento, una festa di compleanno per i suoi vent’anni.”
Spiegano Francesco Bottai e Tommaso Novi e aggiungono “In scaletta ci sono tutti i missili e le follie del primissimo periodo, l'arguzia e l'ironia dei monologhi, le raffinatezze, i colori e i bianco e nero di quasi 10 anni di dischi e concerti”.“
Guardando un banco d'acciughe ar tramonto ci siamo resi conto che le canzoni son figlioli bellissimi e innocenti e così c'è venuta voglia di festeggiare insieme a voi”, aggiungono Francesco Bottai e Tommaso Novi.
Cultura
Un Casanova senza età che attende in una sperduta locanda d’Europa una dama che non verrà se non quando l’attesa avrà ormai esaurito il desiderio. Nell’arco di una notte, spazio temporale e mentale di un’intima confessione, scandita in sette stanze che vanno dalle ore undici all’alba, un avventuriero di oscuri natali come il nostro eroe veneziano, fattosi cavaliere da solo “rubando otto lettere all’alfabeto che è proprietà di tutti”, si adopera per ridimensionare la mistica del potere nel mondo.
Nella drammaturgia di Cuomo non c’è posto per storie comuni, per gente qualsiasi. Il suo diritto ad inseguire il fantastico puro della storia lo conduce a considerare la condizione per l’elaborazione della trama, per la definizione del personaggio una sua sospensione al di sopra o al di sotto del resto del genere umano, mai alla pari: verso la santità o verso la dannazione, mai verso una quiete terrena.
Nel caso di questo Casanova ne scaturisce una figura emblematica al di fuori degli schemi e dei modelli precostituiti, un reperto umano in grado di fungere da campione esemplare delle nostre passioni, delle nostre contraddizioni portate alle estreme conseguenze, proposta ai nostri occhi di spettatori provocatoriamente, per confondere le carte che qualche sapiente addomesticatore aveva messo “per benino” in quello che si chiama “ordine” ma non necessariamente “vita” o “teatro”. Oscillando continuamente tra il sacro e il profano, il genio e la sregolatezza, la nobiltà e la cialtroneria, la verità e la menzogna, la parola potente di Cuomo ricca di fascino e di efficacia teatrale disegna in maniera incisiva il ritratto esemplare e moderno di un perfetto “arcitaliano”. Rappresenta un esempio di drammaturgia di altissimo livello, che si colloca nel solco della tradizione teatrale italiana e ne rinnova i linguaggi. Attraverso una scrittura raffinata e coinvolgente, l’opera riesce a trasformare la celebrazione di un tricentenario in un evento culturale di forte rilevanza, capace di promuovere il teatro come strumento di conoscenza e riflessione.
A differenza delle rappresentazioni tradizionali che lo ritraggono come un semplice seduttore, quest’opera offre una visione profonda e poliedrica, in cui Casanova è simbolo delle contraddizioni umane Questo approccio innovativo trasforma lo spettacolo in un viaggio teatrale immersivo e coinvolgente, che va oltre la semplice narrazione. Il linguaggio teatrale potente, che ha valso a Franco Cuomo il premio Flaiano per questo lavoro, stimola una partecipazione emotiva e intellettuale del pubblico. Il lavoro reinterpreta la figura di Casanova in chiave contemporanea, esplorando temi universali come il desiderio, il potere e l’identità. La Figura di Giacomo Casanova, conosciuta in tutto il mondo come simbolo dell’avventura e della libertà, costituisce un ponte naturale per proiettare il progetto su scala internazionale
L’opera crea un percorso di introspezione e confessione per scoprire un Casanova complesso e profondo, capace di dialogare con le inquietudini e i sogni dell’uomo moderno. L’opera si pone come una celebrazione innovativa del tricentenario della nascita di Giacomo Casanova, trasformando la figura storica in un simbolo senza tempo, capace di parlare ai temi universali delle contraddizioni umane moderne.
Cultura
Piccole fragilissime note rappresenta l’emozionante incontro tra artisti e pubblico per celebrare Paolo Benvegnù, un artista che ha segnato la musica d’autore di questi ultimi trent’anni, non solo come straordinario cantautore, ma come uomo capace di trasformare la musica in un ponte tra mondi diversi di un’unica, contraddittoria, umanità.
Un evento imperdibile per chi ha amato la sua arte e vuole continuare a farla vivere.
Piccole fragilissime note è un intreccio di voci, strumenti e memorie per celebrare un artista che ha segnato la musica d’autore di questi ultimi trent’anni.
È un omaggio a Paolo Benvegnù, scomparso improvvisamente il 31 dicembre 2024, nei giorni in cui la sua musica continua a risuonare tra chi lo ha amato e seguito.
Un concerto speciale in cui il suo gruppo musicale, insieme all’Orchestra Multietnica di Arezzo e alla straordinaria partecipazione di Neri Marcorè, darà nuova vita alle sue canzoni più intense e significative.
Il titolo dell’evento richiama Piccoli fragilissimi film, l’album ripubblicato nel 2024 a vent’anni dall’omonimo disco che ha segnato una tappa fondamentale della carriera di Benvegnù.
Un tributo alla sua poetica delicata e potente, un viaggio tra le sue parole e le sue note, che continuano ad ispirare chi le ascolta.
Cultura
Sono conclusi i lavori di restauro degli esterni del Villino di Giacomo Puccini a Viareggio, lo storico edificio edificato fra 1918 e 1920 in viale Buonarroti, a pochi passi dalla pineta di ponente e dalla passeggiata dove Puccini abitò stabilmente dal 1921 e dove compose la sua ultima opera Turandot.
Qui accolse le ultime visite di amici e colleghi fra i quali Arturo Toscanini, prima di partire per l'ultimo viaggio a Bruxelles.
Nei giorni scorsi sono stato smontati i ponteggi rivelando con una ritrovata luce la preziosa facciata progettata dall'architetto Vincenzo Pilotti caratterizzata da un impianto polimaterico in pietra e mattoni, balaustre travature e mensole in legno scolpito e numerosi elementi decorativi fra cui spiccano le formelle in gres porcellanato di Galileo Chini.
Per far conoscere la storia dell'edificio e illustrare le particolarità del recupero in corso la Fondazione Giacomo Puccini organizza tre giornate con visite guidate gratuite in cui quelle della mattina sono riservate ai soci Unicoop Firenze.
Cultura
Grazie a Unicoop Firenze e al Museo Galileo visite guidate gratuite e ingresso ridotto per i soci Unicoop Firenze!
Il 7 maggio 1925 venne inaugurato l’Istituto di Storia delle Scienze della Regia Università di Firenze, con sede in via degli Alfani 33. Primo del suo genere in Italia, l’Istituto combinava l’obiettivo di promuovere la storia della scienza con una sensibilità nuova verso la raccolta e la valorizzazione delle testimonianze materiali della scienza italiana. Ente autonomo dal 1927, aperto al pubblico nel 1930 nella sede attuale di Palazzo Castellani, nel 2010 l’Istituto ha assunto il nome di Museo Galileo.
La mostra, realizzata per celebrare i cento anni dell’istituzione fiorentina, presenta edizioni rare e preziose di volumi provenienti in prevalenza dal Fondo Mediceo-Lorenese, che comprende i testi scientifici raccolti dalle due dinastie toscane nel corso dei secoli, offrendo ai visitatori l’opportunità unica di poter ammirare capolavori abitualmente non visibili perché conservati nella biblioteca del Museo Galileo.
A fare da cornice ai volumi, una mostra fotografica documenta i momenti più significativi che hanno scandito questi cento anni, affiancata da filmati che permettono di approfondire alcuni dei temi su cui si è concentrata la ricerca dell’Istituto, dalla sua fondazione a oggi. Dal racconto emerge con chiarezza come Firenze – per tradizione, storia e patrimonio di testi e strumenti scientifici – fosse il luogo ideale per la nascita di questa istituzione culturale, che ha dato vita a un modello praticamente unico nel panorama dei musei italiani.
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