Diamo vita ai nostri valori
Le nostre iniziative sostengono la comunità, l’ambiente e il territorio e coinvolgono le persone nella vita della nostra cooperativa. Perchè siamo molto più di un supermercato.
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In un mondo culturale sempre più veloce e frammentato, il Florence Dance Festival desidera aprire uno spazio di riflessione e approfondimento dedicato ai giovani.
Grazie al progetto "Accendi la cultura" di Unicoop Firenze, nasce Twilight Critics, un progetto pensato per coinvolgere attivamente ragazze e ragazzi under 30 nella narrazione e nella critica della danza contemporanea.
In occasione della serata del Festival dedicata agli spettacoli selezionati, i partecipanti saranno invitati ad assistere alle performance e a raccontarle attraverso il proprio sguardo, in una forma personale, accessibile e originale.
L'obiettivo è creare uno spazio di osservazione, confronto e restituzione, dove la danza diventa occasione di crescita, partecipazione e dialogo tra artisti e pubblico.
Durante la giornata dedicata a Twilight, i partecipanti potranno incontrare i direttori artistici del Festival Keith Ferrone e Marga Nativo, oltre che agli artisti selezionati.
Durante la serata dedicata agli spettacoli, i giovani critici assisteranno agli eventi come spettatori attenti, raccogliendo impressioni e suggestioni personali.
In seguito saranno invitati a scrivere un testo originale che può assumere la forma di una recensione, un articolo, un racconto o una riflessione.
Questi contenuti verranno pubblicati sui canali ufficiali del Florence Dance Festival e di Unicoop Firenze, condivisi con il pubblico e con gli artisti coinvolti, in un'ottica di circolazione e dialogo.
Dopo 7 anni di stop, i Gatti Mézzi salgono sul palco un’ultima volta, in occasione dei vent’anni dalla fondazione del progetto.
Occasione imperdibile per lasciarsi inebriare ancora una volta da quel cantautorato irriverente e colto che è da sempre la cifra stilistica dei Gatti Mézzi, un sound su cui galleggiano personaggi e leggende di una Toscana d’antan.
“Dopo tanto silenzio – è passato der tempo bimbi, si va guasi per i cinquanta - rimangono forti certe canzoni e l'idea di bellezza nell'accorgersi di volerle suonare ancora una volta.
Certe canzoni che son come figlioli cresciuti, sopravvissuti ad uno strano tempo che spesso schiaccia e inzacchera le cose belle, figlioli a cui vorresti regalare un bel momento, una festa di compleanno per i suoi vent’anni.”
Spiegano Francesco Bottai e Tommaso Novi e aggiungono “In scaletta ci sono tutti i missili e le follie del primissimo periodo, l'arguzia e l'ironia dei monologhi, le raffinatezze, i colori e i bianco e nero di quasi 10 anni di dischi e concerti”.“
Guardando un banco d'acciughe ar tramonto ci siamo resi conto che le canzoni son figlioli bellissimi e innocenti e così c'è venuta voglia di festeggiare insieme a voi”, aggiungono Francesco Bottai e Tommaso Novi.
Piccole fragilissime note rappresenta l’emozionante incontro tra artisti e pubblico per celebrare Paolo Benvegnù, un artista che ha segnato la musica d’autore di questi ultimi trent’anni, non solo come straordinario cantautore, ma come uomo capace di trasformare la musica in un ponte tra mondi diversi di un’unica, contraddittoria, umanità.
Un evento imperdibile per chi ha amato la sua arte e vuole continuare a farla vivere.
Piccole fragilissime note è un intreccio di voci, strumenti e memorie per celebrare un artista che ha segnato la musica d’autore di questi ultimi trent’anni.
È un omaggio a Paolo Benvegnù, scomparso improvvisamente il 31 dicembre 2024, nei giorni in cui la sua musica continua a risuonare tra chi lo ha amato e seguito.
Un concerto speciale in cui il suo gruppo musicale, insieme all’Orchestra Multietnica di Arezzo e alla straordinaria partecipazione di Neri Marcorè, darà nuova vita alle sue canzoni più intense e significative.
Il titolo dell’evento richiama Piccoli fragilissimi film, l’album ripubblicato nel 2024 a vent’anni dall’omonimo disco che ha segnato una tappa fondamentale della carriera di Benvegnù.
Un tributo alla sua poetica delicata e potente, un viaggio tra le sue parole e le sue note, che continuano ad ispirare chi le ascolta.
Sono conclusi i lavori di restauro degli esterni del Villino di Giacomo Puccini a Viareggio, lo storico edificio edificato fra 1918 e 1920 in viale Buonarroti, a pochi passi dalla pineta di ponente e dalla passeggiata dove Puccini abitò stabilmente dal 1921 e dove compose la sua ultima opera Turandot.
Qui accolse le ultime visite di amici e colleghi fra i quali Arturo Toscanini, prima di partire per l'ultimo viaggio a Bruxelles.
Nei giorni scorsi sono stato smontati i ponteggi rivelando con una ritrovata luce la preziosa facciata progettata dall'architetto Vincenzo Pilotti caratterizzata da un impianto polimaterico in pietra e mattoni, balaustre travature e mensole in legno scolpito e numerosi elementi decorativi fra cui spiccano le formelle in gres porcellanato di Galileo Chini.
Per far conoscere la storia dell'edificio e illustrare le particolarità del recupero in corso la Fondazione Giacomo Puccini organizza tre giornate con visite guidate gratuite in cui quelle della mattina sono riservate ai soci Unicoop Firenze.
Grazie a Unicoop Firenze e al Museo Galileo visite guidate gratuite e ingresso ridotto per i soci Unicoop Firenze!
Il 7 maggio 1925 venne inaugurato l’Istituto di Storia delle Scienze della Regia Università di Firenze, con sede in via degli Alfani 33. Primo del suo genere in Italia, l’Istituto combinava l’obiettivo di promuovere la storia della scienza con una sensibilità nuova verso la raccolta e la valorizzazione delle testimonianze materiali della scienza italiana. Ente autonomo dal 1927, aperto al pubblico nel 1930 nella sede attuale di Palazzo Castellani, nel 2010 l’Istituto ha assunto il nome di Museo Galileo.
La mostra, realizzata per celebrare i cento anni dell’istituzione fiorentina, presenta edizioni rare e preziose di volumi provenienti in prevalenza dal Fondo Mediceo-Lorenese, che comprende i testi scientifici raccolti dalle due dinastie toscane nel corso dei secoli, offrendo ai visitatori l’opportunità unica di poter ammirare capolavori abitualmente non visibili perché conservati nella biblioteca del Museo Galileo.
A fare da cornice ai volumi, una mostra fotografica documenta i momenti più significativi che hanno scandito questi cento anni, affiancata da filmati che permettono di approfondire alcuni dei temi su cui si è concentrata la ricerca dell’Istituto, dalla sua fondazione a oggi. Dal racconto emerge con chiarezza come Firenze – per tradizione, storia e patrimonio di testi e strumenti scientifici – fosse il luogo ideale per la nascita di questa istituzione culturale, che ha dato vita a un modello praticamente unico nel panorama dei musei italiani.