Dal mare alla tavola in un battibaleno
Freschezza, qualità e filiera corta: si chiama PAT, Pesce dell’Arcipelago Toscano. Qual è il percorso per arrivare sulle nostre tavole? La sveglia per i pescatori suona alle due. Il tempo di dare un ultimo sguardo alle previsioni meteo e poi via in direzione porto per salpare. Le parole del capitano del peschereccio: «Il mare dà quello che può», si riflettono nella varietà del pescato che arriva sulla barca.
Moscardini, totani, seppie, gamberi, polpi e triglie: è soprattutto questo quello che dà il mare toscano in questa stagione. Alle cinque del pomeriggio i pescatori tornano al porto. Dopo aver diviso il pesce, le cassette vengono ricoperte di ghiaccio e avviate al camion refrigerato. Direzione Campi Bisenzio, dove dal 2013 c'è la grande piattaforma ittica refrigerata di Unicoop Firenze. Qui il pesce viene preso in consegna dall'uomo della qualità della cooperativa. Sarà lui a dire se può essere accettato e può fregiarsi del marchio PAT. Prima di tutto si controlla la temperatura del pesce per avere la garanzia che la catena del freddo non sia stata interrotta. Alcune cassette sono coperte di ghiaccio, altre no per non compromettere la qualità di prodotti particolarmente delicati. Cicale e pannocchie ancora si muovono, le ventose del polpo fanno ancora presa, più fresco di così non si può.
Dalla piattaforma ittica il pesce parte sui camion di Unicoop Firenze per un altro viaggio, stavolta verso i punti vendita, dove alle quattro e trenta del mattino i dipendenti del reparto pescheria sono pronti ad accogliere il pesce de ll'Arcipelago Toscano. Ci sarà tempo ancora per una serie di controlli di carattere qualitativo e sanitario e poi il misto per zuppe o la frittura di paranza saranno nella vetrina del negozio, pronti per l’ultimo viaggio, quello verso le case di soci e clienti.
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