A Firenze il più grande spazio di eventi al coperto in Toscana
Giornalista. Dal 1988 nel magico mondo della comunicazione (uffici stampa, pubbliche relazioni, editoria, eccetera), e con una quasi (senza rimpianti) laurea in Lettere, collabora con Unicoop Firenze anche per l'aggiornamento dei contenuti del sito internet, per le pagine del tempo libero. Ha lavorato anche nella redazione di Aida (attuale Sicrea), dove si è occupata principalmente della realizzazione di trasmissioni televisive, fra le quali anche InformaCoop. Per l'Informatore si occupa delle pagine degli "Eventi".
Un via vai quotidiano ignoto ai più. Perché, quando si pensa al Nelson Mandela Forum di Firenze, l’associazione immediata è con i concerti e gli spettacoli, o con l’ospitalità di convention aziendali o grandi eventi, come i recenti Mondiali di ciclismo 2013 (qui ha trovato casa una sala stampa le cui soluzioni tecnologiche e di accoglienza sono state molto apprezzate dagli addetti ai lavori).
È invece un microcosmo fatto anche di uffici, palestre (pugilato, atletica, arrampicata), di quotidiane lezioni di educazione fisica delle scuole o di periodiche assemblee di istituto delle scuole fiorentine. Una struttura che, tra fruitori e addetti ai lavori, vive praticamente 24 ore su 24.
Tanto per fare un esempio, «sabato abbiamo uno spettacolo; quando è finito, la notte dobbiamo smontare tutto e rimontare il campo da pallacanestro per la partita della domenica; poi rismontiamo tutto e lunedì mattina alle 8 rimontiamo il nuovo parquet che ci arriva», racconta Giuseppe Malgeri, una delle due anime operative del Mandela Forum, che si occupa della parte logistica e del personale, e della commercializzazione, mentre Silvia Marchi ne è il responsabile finanziario.
E pensare che quello che
oggi è il più grande spazio per eventi al coperto della regione, era nato con
tutt’altri intenti. «Questo impianto adesso ha più di 26 anni – spiega Malgeri
- nasce come progetto per una piscina, grazie a una intuizione di Giordano
Goggioli (sportivo, giornalista, è stato
anche presidente del Coni regionale e fondatore del gruppo storico sportivo
della Rari Nantes Florentia, ndr) che subito dopo l’alluvione candidò,
provocatoriamente, Firenze come sede delle Olimpiadi. Questo permise alla città
di ottenere una serie di finanziamenti per la realizzazione di diversi impianti
sportivi, fra cui il vecchio Palazzo dello Sport, oggi Mandela Forum».
Una trasformazione, quella da Palasport a Mandela Forum, nella forma e nella sostanza. Perché la possibilità di intitolare la struttura all’uomo che ha sconfitto l’apartheid in Sudafrica – questo grazie a un accordo del novembre 2004 fra la Nelson Mandela Foundation e l’Associazione Palasport di Firenze, associazione non profit formata da privati, Comune e Provincia di Firenze – ha dato un’accelerata ai processi già in atto di ristrutturazione dell’edificio nel senso della compatibilità ambientale, e impulso ulteriore all’impegno etico e sociale. Perché se scegli di portare il nome di un premio Nobel per la pace (gli è stato assegnato nel 1993), una marcia in più la devi avere.
Dunque spazio a «un impianto di raffrescamento che utilizza l’acqua prelevata da una falda dove l’acqua poi torna: solo questo comporta un notevole risparmio energetico, e un microclima interno decisamente migliore. Poi grande attenzione alla raccolta differenziata che, si capirà, per un impianto con un’agibilità di 8200 posti è un procedimento complesso.
Noi partiamo dall’origine: nei punti ristoro vengono
utilizzati tazzine in Mater-bi e bicchieri in Pla, materiali altamente
biodegradabili e derivati da una lavorazione assolutamente eco-compatibile.
Alcuni servizi igienici sono stati ristrutturati - grazie ai finanziamenti di Unicoop Firenze e di Mps - con una tecnologia che ci permette di risparmiare 500.000 litri d’acqua l’anno. Ma di esempi se ne potrebbero fare tanti», afferma Malgeri.
E largo alle grandi possibilità (e responsabilità) che chiamarsi così comporta: «più persone passano dal Mandela Forum e più persone possono chiedersi perché un impianto come questo ha un nome così importante. Una risposta la diamo attraverso le mostre permanenti che ospitiamo, tutte legate ai temi dei diritti dell’uomo. Chi fruisce della struttura – che si tratti di una scolaresca come di una persona che viene ad assistere a un concerto – resta colpito da questa unione fra aspetto ludico e spazio di riflessione.
Sì, perché penso che noi dobbiamo dare l’esempio, dobbiamo essere per il quartiere, per la città, per la regione, una grande agorà, un punto di riferimento. E me lo faccia dire: noi abbiamo la cosa più bella di tutta Italia, direi forse di tutto il mondo, che sono i due bar gestiti da Trisomia 21 (associazione che si occupa dello sviluppo e dell’integrazione sociale delle persone con sindrome di Down, ndr); chiunque abbia a che fare con questa realtà viene colpito e toccato dal sorriso di questi ragazzi. Tutti pensano che sia un inserimento lavorativo al quale siamo costretti dalla legge sulle categorie protette. No, non è così: stare dietro al bancone è per queste persone il punto di arrivo di un percorso lungo e complicato».
Tiriamo un po’ le fila. Nella lunga serie e varietà di eventi che il Mandela Forum ha ospitato fino a ora (si calcola che dalla sua inaugurazione e ridenominazione con la nuova gestione nel 2004, oltre due milioni di persone hanno assistito agli eventi del Forum), c’è stato un po’ di tutto (compresa una memorabile esibizione del Maggio Musicale diretto da Zubin Mehta insieme a La Fura dels Baus per i Carmina Burana di Orff), e presto arriveranno le partite di Eurolega della Mens Sana Basket. Ma proprio non c’è qualcosa che non si possa fare al Mandela Forum?
«Il mio sogno, che
condivido con il presidente dell’associazione Palasport Massimo Gramigni, è
quello di utilizzare questo impianto almeno una volta come piscina, con
l’installazione di una vasca e la realizzazione di una competizione indoor. Ho
anche preparato un progetto; ma certo in questi momenti è difficile mettere
insieme i fondi. Però durante i Mondiali di ciclismo c’è stata la visita del
presidente del Coni Malagò; accompagnandolo in giro, ho avuto modo di
raccontargli un po’ di questa idea…». Puntini di sospensione. Chissà.
Foto di Mauro Sani Lella
Intitolato a Nelson Mandela, è uno spazio dove non si fa solo musica. La collaborazione con Unicoop Firenze