Siena si fa grande: la Pinacoteca entra nel Polo museale della Toscana. Fra le novità, l’apertura della villa di Cesare Brandi
Giornalista professionista, laureato in Scienze Politiche, è stato redattore de La Città e della Gazzetta di Siena, ha lavorato per l’Ansa, la Voce, il Classico, Toscana Qui. Negli ultimi quindici anni, ha collaborato con varie riviste dell’Editoriale Olimpia ed è stato vice caposervizio di Mondo Sommerso.
Interno della Pinacoteca di Siena
Scrivendo della Pinacoteca nazionale di Siena, bisogna citare lo storico dell’arte Cesare Brandi. A lui, infatti, si deve il primo catalogo scientifico del museo redatto nel 1933 con grande accuratezza filologica e bibliografica.
Brandi era un giovanissimo ispettore della Soprintendenza alle belle arti di Siena e di lì a qualche anno sarebbe diventato uno dei più profondi conoscitori e teorici della storia dell’arte italiana.
Ma c’è un altro motivo per parlare di questo illustre senese, e si tratta di una importante novità. La Pinacoteca, infatti, è entrata a far parte del Polo museale della Toscana, acquisendo varie proprietà, tutte visitabili entro breve.
Fra queste, la villa di Cesare Brandi a Vignano, una costruzione peruzziana tardorinascimentale, acquistata dalla sua famiglia nel ‘700 e rimasta pressoché intatta fino a oggi, ma con in più una raccolta di artisti del ‘900, quali De Pisis, Guttuso, Manzù, collezionati da Brandi in tanti anni.
Arriviamo ora alla Pinacoteca, la cui storia inizia nel Settecento, nel clima illuministico caratterizzato dalla ricerca e dal recupero dei dipinti degli artisti che nel medioevo avevano abbellito cattedrali, pievi e monasteri gotici.
Pitture che conquistavano nuove attrattive agli occhi degli intellettuali dell’epoca; fra questi l’abate Giuseppe Ciaccheri, bibliotecario dell’Università e appassionato raccoglitore di oggetti del passato, in particolare dei dipinti su tavola del Trecento, che riunì il cuore originario delle opere del museo, oltre un centinaio.
A essi si aggiunsero, nel corso dell’Ottocento, altri nuclei importanti, a seguito delle soppressioni delle confraternite laicali (1785), quelle napoleoniche dei conventi (1810) e dell’acquisizione dei dipinti dello Spedale di Santa Maria della Scala.
Ospitata nel quattrocentesco palazzo di via San Pietro, donato dal proprietario Niccolò Bonsignori, la collezione si snoda su tre piani, comprendendo, al secondo, i capolavori di Duccio, Simone Martini, i fratelli Pietro e Ambrogio Lorenzetti e dei tardo-trecentisti che operarono per la ripresa dell’arte a Siena dopo la terribile peste nera del 1348: Luca di Tommè, Bartolo di Fredi, Andrea e Taddeo di Bartolo, Angelo Puccinelli; le opere del Quattrocento con Giovanni di Paolo e Sano di Pietro; e poi le tavole dipinte dal Sassetta, Domenico di Bartolo, Matteo di Giovanni, Vecchietta, Francesco di Giorgio, Neroccio di Bartolomeo Landi.
Al primo piano Domenico Beccafumi insieme ai suoi seguaci: da Sodoma a Marco Pino, al Brescianino; e un’intera sala dedicata ai pittori che, dallo scadere del Cinquecento, operarono prima in senso tardomanierista, come Alessandro Casolani, Francesco Vanni, Ventura Salimbeni, e poi in senso naturalista, impressionati dalla novità di Caravaggio: Rutilio Manetti e Bernardino Mei.
Al terzo piano sono raccolti dipinti della collezione Spannocchi Piccolomini che la famiglia donò alla città nel 1835, ricca di testimonianze dell’arte nordica, fiamminga, tedesca, veneta e lombarda, in gran parte provenienti dalle raccolte dei Gonzaga a Mantova, in cui spiccano le presenze di Albrecht Dürer (Autoritratto), di Lorenzo Lotto (Natività) e di Sofonisba Anguissola (Bernardino Campi ritrae Sofonisba Anguissola).
Importante anche il ripristino nel percorso museale di uno degli ambienti più suggestivi del palazzo, la cosiddetta loggia, segnata dalla presenza di grandi finestre affacciate sul panorama dei tetti di Siena e della campagna appena fuori le mura cittadine.
Il risultato è una vasta sala, non solo espositiva ma anche di riposo, dove i visitatori possono sostare, per ammirare la produzione lapidea del museo e la complessa visione delle torri, dei campanili, delle colline senesi.
Gli altri siti visitabili del Polo saranno l’Eremo di San Leonardo al Lago, a Monteriggioni, Palazzo Piccolomini alla Postierla, la Chiesa della Madonna delle Nevi, la Chiesa del Santuccio, la Cappella Barabesi in Palazzo del Saja.
Via San Pietro, 29
Orari: lun. 8.30-13.30; dal mar. al sab. 9-19; dom. 8-13/14-20; chiuso il lun. pom.
Ingresso: 4 euro
Tel.: 0577281161 o 0577286143
Email: pm-tos.pinacoteca-si@beniculturali.it
Sito web: http://pinacotecanazionale.siena.it
Immagini su gentile concessione del Polo Museale della Toscana – Pinacoteca Nazionale di Siena
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