Prodotti green e formule biologiche per salvare la pelle e il pianeta
Esperta in scienze dell'alimentazione e merceologia alimentare Lavora nella formazione professionale di cuochi, pasticceri e camerieri-barman. Nel 2000, insieme ad Alessandra Pesciullesi, ha costituito uno studio associato che si occupa della divulgazione di informazioni sull'alimentazione e la merceologia alimentare, tenendo corsi per il Comune di Firenze e per alcuni quartieri cittadini. In quest'ambito nasce anche la collaborazione con l'Informatore.
La pubblicità dei cosmetici si sbizzarrisce con slogan sempre più accattivanti, che ci spingono verso l’acquisto promettendo un’eterna giovinezza. In realtà è importante sapere che solo le certificazioni di enti accreditati hanno una validità riconosciuta. Quali sono e come si riconoscono? I prodotti biologici, equosolidali, ecologici e vegan vengono garantiti da uno specifico marchio in etichetta. Aggettivi come puro, ipoallergenico e detossinante, o espressioni come “dermatologicamente testato” e “clinicamente testato”, hanno soltanto una valenza promozionale. Per ottenere la certificazione le aziende devono seguire regole - i cosiddetti standard - ben precise e codificate, che riguardano la produzione e gli ingredienti usati, oltre ad essere sottoposte a controlli periodici degli enti certificatori. In alcuni casi gli standard sono stabiliti per legge, ma il più delle volte sono proposti da enti privati e approvati dai produttori e dai consumatori. Tutto questo ha un prezzo per le aziende e di conseguenza per i consumatori. È un mercato in netta crescita, cui gli imprenditori si rivolgono per motivazioni di carattere economico, ma più spesso per una scelta etica.
Cosmetico ecologico
Nel 2010 l’Unione europea ha definito per legge le caratteristiche del prodotto ecologico. Il marchio Ecolabel è rappresentato da una margherita stilizzata con le dodici stelle della bandiera dell’Unione al posto dei petali e, al centro, una “E”arrotondata. Le aziende che ne fanno richiesta devono rispettare criteri come il basso impatto ambientale, il ridotto inquinamento nelle fasi di produzione, l’uso di ingredienti e materiali per la confezione derivanti da fonti rinnovabili e il più possibile biodegradabili. Anche Coop, nella linea Vivi verde non alimentare, propone molti prodotti con questo marchio: non hanno overpack, cioè sonosenza pellicola di cellophane, senza bugiardino e, dove possibile, senza astuccio.
Naturali e biologici
L’uso di questi due termini resta forse il più difficile da comprendere: non esiste per i cosmetici infatti una normativa nazionale o europea, come avviene invece nel settore alimentare. Per non lasciare che la pubblicità usi questi termini in maniera inappropriata, due associazioni europee (www.cosmos-standard.org e www.natrue.org) hanno elaborato, nel decennio passato, un decalogo degli ingredienti vietati. Fra questi, paraffina, siliconi e alcuni parabeni. Le tecniche per la produzione devono avvenire nel rispetto dell’ambiente, inoltre gli ingredienti che derivano da coltivazione biologica devono essere presenti in percentuali molto alte. Per non avere dubbi il consumatore può cercare sulle etichette il simbolo dell'ente certificatore, cioè di chi garantisce che l’azienda ha rispettato tutte le regole di produzione naturale o biologica come definito nello standard.
Equo solidale
Questo mercato è nato negli anni Sessanta con la finalità di garantire un prezzo equo ai prodotti provenienti dalle zone più povere del mondo, nel rispetto della dignità e dei diritti dei lavoratori. Ad oggi rappresenta una grande risorsa per molte realtà nei paesi in via di sviluppo: il numero crescente di piccole cooperative e di gruppi di produttori testimonia la bontà di questo tipo di mercato. Nonostante l’Italia non sia fra le nazioni europee più affezionate all’equo e solidale, i prodotti sono diffusi in molti negozi, compresa la grande distribuzione. Anche Coop ha sviluppato la linea Solidal, che comprende prodotti vari, ma non cosmetici.
Vegan
I cosmetici vegan si sono affacciati da poco al sistema delle certificazioni.
Sono realizzati con elementi vegetali, mentre vengono assolutamente banditi gli
ingredienti di derivazione o che prevedano lo sfruttamento animale. Negli
ultimi tempi i cosmetici vegan hanno conquistato una fetta di mercato: si
possono acquistare online, in negozi specializzati, ma anche in molti
supermercati, compresi i negozi Coop. Sono riconoscibili per la presenza sulle
confezioni di simboli e marchi che indicano il percorso di certificazione, ma
ad oggi non esiste un modello unico da seguire e ogni azienda fa le proprie
scelte in un panorama piuttosto vasto di definizioni.
Cruelty free
Queste parole inglesi indicano che un prodotto è stato fatto senza maltrattamenti
animali. A partire dall’11 luglio 2013 il Regolamento europeo sui cosmetici vieta
nei paesi dell’Unione la sperimentazione animale, sia per i prodotti finiti,
sia per gli ingredienti o le combinazioni di ingredienti, e proibisce la
commercializzazione di cosmetici testati su animali nei paesi extra-europei.
Questa regola non vale per l'ambito farmacologico, dove la sperimentazione
animale è ancora consentita, e non rimette in discussione neppure i prodotti
testati prima del 2013. Quindi, se si desidera un prodotto completamente cruelty-free,
si può cercare sulla confezione il marchio del coniglio di profilo con due
stelle o il muso di un coniglietto stilizzato.
Sono i componenti dei detersivi e del sapone, ma i tensioattivi servono a molte altre cose
Nivel, l’azienda lucchese di detergenti per gli ambienti e per l’igiene personale